Oggi, Giovedì 28 Marzo 2019, mi accingo a scrivere il primo articolo del mio blog trattando uno dei vini che più prediligo in assoluto, il Malbec.
Vitigno generoso e poco utilizzato in Italia (seppur apprezzato molto all’estero e in particolare in Argentina), richiede molta attenzione e cura durante tutti gli stadi della crescita.
Si dice che un buon vino nasca in vigna e nel caso di un diamante grezzo come il Malbec questa massima è doppiamente vera. Sin dalla schiusura delle gemme la pianta deve essere controllata, seguita con molta attenzione soprattutto nel momento immediatamente precedente all’invaiatura quando si effettua il taglio, il “sacrificio” (perdonatemi questa eloquenza) di alcuni grappoli per permettere un miglior sviluppo agli altri che restano attaccati alla pianta.
Il vino che ne viene fuori è elegante e strutturato, colore purpureo, sentori di cioccolata fondente che personalmente adoro.
L’annata migliore che io abbia mai provato è la 2013.
Il migliore piatto che ho abbinato a questo vino appartiene alla tradizione culinaria toscana: “la lepre dolce e forte”.
Giunto alla conclusione di questo primo articolo ribadisco l’importanza di questo vitigno e la sua attitudine nel poter dare, seguendo precisi e rigorosi criteri, un Vino (la lettera maiuscola è stata messa di proposito) al di fuori degli schemi e di una qualità indubbiamente elevata.
Sasha Fossi