Gamay, Pinot nero e Malbec, tre vitigni difficili, controversi che in Toscana non sono molto diffusi. Quando mio padre nel 1986 (Pinot nero) e nel 1997 (Gamay e Malbec) decise di impiantare queste varietà, furono molte le critiche e gli scetticismi: Pinot nero e Gamay in un clima ben diverso da quello della Borgogna? Malbec in purezza in Toscana? Oggi posso dire con orgoglio che la scelta fatta in passato da mio padre è stata tanto audace quanto giusta perché con il nostro terroir riusciamo a fare dei Malbec, dei Gamay e dei Pinot nero in purezza affinati in barrique di alta qualità. Una vera scelta controcorrente.
Gamay(Unico)
Nel 1997 mio padre voleva ampliare l’azienda impiantando 2 ettari di Malbec ma il suo vivaista (Pépinières Guillaume) lo esortò fortemente a impiantare anche 1 ettaro di Gamay. Grande fu lo stupore di mio padre, il suo obiettivo era quello di fare vini strutturati, longevi, non un vino da bere in un anno come il Beaujolais Nouveau; ma il vivaista insistette dicendo che con la nostra posizione microclimatica si sarebbe ottenuto un vino completamente diverso da quello che si fa in Francia. E contro ogni pronostico ora possiamo dire che aveva ragione. Originario della Borgogna proprio come il Pinot nero (di cui è discendente), il Gamay è sempre stato sin dal medioevo un vitigno negletto. Nel 1395 il duca di Borgogna Filippo l’ardito proibì la coltivazione del Gamay per favorire il Pinot nero, quest’ultimo considerato più adatto alla produzione di vini di qualità. Ritenuto un vitigno adatto solo ai climi freschi, posso dire con orgoglio che non è così: noi siamo riusciti a fare qualcosa di completamente diverso,un vino strutturato, longevo che riesce a reggere 3 anni di affinamento in barrique senza essere sovrastato da essa. Non credo ci sia un altro produttore di Gamay in Toscana che lo vinifichi come facciamo noi,un vino veramente controcorrente che non ha nulla da invidiare ad altri ben più blasonati.
Pinot Nero(Pinè)
Pinot Nero, un vitigno speciale di cui si è scritto tantissimo in passato che ha evocato ed evoca tuttora un fascino senza pari. Simbolo della Borgogna, fare un Pinot nero degno di questo nome è una vera impresa: questo perché il Pinot nero è delicato, sensibile, precoce, difficile da gestire sia in campo che in cantina ma allo stesso tempo dà come risultato dei vini che sono tra i migliori al mondo. Il modello di riferimento rimane il Pinot Nero della Borgogna ma se prima c’era una sorta di venerazione che rasentava il fanatismo, oggigiorno la situazione è migliorata. Si dice che nei climi freschi trovi la sua massima espressione ma non sono per niente d’accordo: il grande studio fatto sui cloni (c’è ne sono veramente tantissimi) e l’abilità di molti enologi hanno dimostrato che si possono fare Pinot nero di altissima qualità anche in climi caldi. L’età avanzata delle nostre viti (più di 35 anni), la loro estrema sensibilità e il numero esiguo (500 piantine) purtroppo permettono una produzione piccolissima (circa 400 bottiglie all’anno), ma ci stiamo già attrezzando per aumentare la produzione. Un vitigno che amo moltissimo, sicuramente il più difficile con cui lavorare ma anche quello che dà più soddisfazioni, perché fare un Pinot nero in Toscana che possa rivaleggiare con i grandi è davvero un grande orgoglio.
Malbec
E’ una frase comune quella che un buon vino nasca in vigna e nel caso di un diamante grezzo come il malbec questa affermazione è valida almeno due volte essendo un vitigno generoso e molto sensibile alle malattie. Se oggi il malbec è annoverato nel firmamento dei grandi vini, il merito è dell’Argentina di cui rappresenta il vitigno principe. In Francia la sua zona principale è Cahors (Gironda) ma è ben presente anche nel Medoc dove è utilizzato principalmente nei blend per dare colore. Nonostante questo vitigno sia conosciuto ai più con il nome di Malbec, il suo nome originario è “Cot”. I nostri primi impianti risalgono al 1997 e la scelta di mio padre a quei tempi fu molto coraggiosa: nessuno in Toscana all’epoca aveva mai impiantato 1 ettaro di Malbec con l’idea di fare un vino in purezza affinato in barriques. Una scelta allora avversata da molti ma che alla fine ha premiato. Dal malbec otteniamo un vino elegante e strutturato (l’uso attento del legno piccolo qui fa molto), color viola scuro come nessun altro e sentori che non si ritrovano spesso, come cioccolata fondente e buccia di susina matura.